Ho il piacere di presentarvi Mario De Santis, simpaticissimo insegnante di Educazione Fisica per ben 37 anni e scrittore molto particolare, in quanto ciò che scrive non è frutto della sua fantasia bensì della sua anima e della sua vita autentica. Il suo libro ci ha stregate, però non vi anticipo nulla ed eccoci a fare due chiacchiere direttamente con lui!!
Buongiorno Mario, ben arrivato tra le pagine di Destinazione Libri.
Grazie.
Rompiamo il ghiaccio, cosa fai nella vita di tutti i giorni?
Dopo 40 anni vissuti “di corsa”, ora “cammino”… e scrivo.
Hai voglia di raccontarci qualche cosa di te?
Quanto tempo avete…? Io ne ho parecchio, e parecchie cose da dire. La mia vita è stata abbastanza movimentata. (Cantante in un gruppo anni 60. Corista per 10 anni a un Coro Polifonico. Insegnante di Educazione Fisica per 37 anni. Giocatore di pallavolo. Allenatore di pallavolo femminile per 40 anni. Da 50 anni che partecipo alla processione del Cristo Morto come corista. Amante della vita. Voglia di vivere. Soprattutto continuo a fare “IL PADRE”. Etc Etc. Ora, da 8 anni in pensione, “SCRIVO”, ma forse l’ho sempre fatto: ho ritrovato scritti datati 1969). Ho reso l’idea? Quanti libri hai pubblicato?
Con la versione in inglese dell’Angelo dai riccioli d’oro, diciamo tre.
Di cosa parla il tuo libro?
Di tutto, di tutto quello che un racconto deve avere, ma “questo racconto” ha un valore aggiunto, perché non è tratto da una storia vera:
E’ UNA STORIA VERA.
L’idea di scrivere questo libro è nata come sfogo o come necessità ?
Ambedue. Uno sfogo, perché non riuscivo più a tenermi dentro questa angoscia da 56 anni. Una necessità, perché penso che, in questo modo, ho espiato i miei sensi di colpa che mi sono portato dietro per tutti questi anni
Qual è stata la parte più difficile quando hai scritto il libro?
Ritornare con la mente e con il corpo a rivivere momenti terribili, angoscianti, devastanti.
Un titolo da favola… una storia vera, cosa unisce queste due cose?
L’uno e l’altra, in una unica realtà, triste realtà.
Il rapporto con i lettori per un autore è importante, com’è il tuo?
Indispensabile per entrambi, un arricchimento reciproco. Una cosa impagabile, quella di emozionarsi assieme al lettore.
Che rapporto hai con i social?
Discreto.
Mario, tu scrivi anche poesie, quale genere senti più tuo?
Quelle che mi provocano più emozioni. In realtà io non le ritengo poesie, ma posso confermare che all’interno di ogni scritto, ci sta tanta “poesia”. Basta saperla cogliere. Io scrivo di getto.
Un libro che non leggeresti mai… cosa deve avere o cosa manca?
Se potessi, li leggerei “tutti”, perché “tutti” avranno qualcosa sicuramente da dire.
Quanto è difficile far conoscere i propri libri?
Vi dirò, non mi sono posto questo problema, mi piace poter “presentare” i miei libri, personalmente.
La domanda che non ti abbiamo fatto e che ti aspettavi? falla e rispondi pure
In effetti: perché scrivi, o per chi scrivi?
Esclusivamente per me. E’ diventata una necessità, un bisogno, un completamento, una pace alla mia anima alquanto “irrequieta”.
Cosa ti piacerebbe rimanga al lettore di questo libro?
Tutto quello che è “rimasto a me”, e ancora rimane, ogni qualvolta me lo rileggo.
Mario scriverai ancora?
Sicuramente, ho già pronta una bella storia d’amore, che spero di pubblicare l’anno prossimo.
Quanto è importante la copertina per il tuo libro?
Non è fondamentale, come in tutte le cose. L’importante è il contenuto, ma… una bella presenza non guasta.
Ti ringraziamo Mario, per essere stato con noi, per averci dato la possibilità di parlare di te e presto ti rivedremo protagonista sempre in queste pagine, per parlare del tuo libro.
Volentieri, è stato un piacere. Grazie a Voi.
Preferisco che lo facciate Voi, è il mio libro a “parlare”, non devo farlo io.
Grazie ancora e buon lavoro.
Annalaura
Complimenti al mio mai dimenticato compagno d ‘armi. Anche in questa intervista conferma il pensiero profondo del suo essere sempre attuale e presente.
U GENERALE
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