Antonella Tafanelli

 

antonella-foto-destLei è Antonella, autrice emergente. Il suo libro, “Un battito negli abissi” è uscito da pochissimi giorni in versione e book e tra qualche giorno sarà possibile vedere la versione cartacea nelle librerie.

Con Antonella si è subito instaurato un bel feeling, certo, tutto è stato più facile grazie ad Annalaura, che ci ha presentate. Una persona schietta, umile e con una sensibilità che non mi aspettavo. Mi ha parlato del perchè ha scritto questo libro, e credetemi, è stata una sorpresa. Un’autrice dalle mille passioni, dai mille interessi, una persona radicata alle cose vere, a dei valori. Antonella Tafanelli non si nasconde dietro alle parole, dice quello che pensa, usa le parole come se fossero dei tasti di un pianoforte, musiche e sensazioni sempre diverse e sempre autentiche. Ve la faccio conoscere….

 

Ciao Antonella, benvenuta prima di tutto tra le pagine di Destinazione,  Rompiamo il ghiaccio, chi è Antonella?  Cosa fa nella vita di tutti i giorni?   – ciao Alessandra, grazie per questa intervista. La mia è una vita semplice, dedita alla famiglia e al lavoro ma soprattutto al piacere della compagnia di amici e conoscenti, attraverso i quali sta crescendo sia il mio lato umano, sia  quello culturale.

Quanti libri hai pubblicato?  – Questo è il mio primo libro immortalato su carta, gli altri sono ancora custoditi nella mia mente.

Di cosa parla il tuo libro? –  È  un romanzo, che vuole dare voce ai silenzi chiusi nelle bocche di tante donne che non hanno sempre il coraggio di ribellarsi ai soprusi subiti. È un libro che spalanca le porte della mente, su una nuova prospettiva di vita. Una speranza che nasce dal coraggio interiore e dalla voglia di dignità.

Scrivere una storia così forte eppure senza renderla ulteriormente drammatica, una scelta o il tuo modo di scrivere?  – Ogni giorno, i mass media non ci  risparmiano le angoscianti  cronache minuziose, al punto che si preferisce evitare di ascoltare. Allora ho pensato che fosse il caso di parlarne,  immaginando il lettore seduto a un tavolo con un caffè, immerso nelle sue riflessioni e considerazioni personali,  al posto di imporre il peso di una realtà che ci circonda come un macigno sulla coscienza. 

Qual è stata la parte più difficile mentre scrivevi?  –  Sicuramente calarmi nella protagonista, cercare di pensare e sentire come lei,  una donna amata come “oggetto” e non come essere  umano. Non è stato semplice, un conto è se le vivi certe situazioni, un conto è immaginarle. Ma posso dirti che la mia estrema sensibilità all’argomento mi è stata di grande aiuto.

Ti trovi alla fine del tuo libro,  metti il tuo ultimo punto: che sensazione provi? –  In primis un senso di responsabilità verso il lettore, perché certi messaggi forti devono aiutare. Poi ho sorriso, perché nel cuore è apparsa la certezza di lasciare questa storia a un futuro migliore, dove mi piace pensare che il lettore possa chiudere gli occhi e decidere il continuo, secondo il proprio volere e non il mio.un-battito-copertina

Che rapporto ti piacerebbe instaurare con i tuoi lettori? – Sicuramente amichevole, una sorta di interscambio di opinioni costruttive. Oggi si parla poco e ci confronta anche meno, dimenticando che unendo le menti si può accrescere se stessi.

Che rapporto hai con i social? – Io sono molto tecnologica, anche se amo scrivere su carta. Per mia natura tendo a essere molto estroversa per cui con i social questa mia attitudine è amplificata. Ovvio è che i social sono una porta sul fosso o sul ponte, in base a come vengono usati,  ma a me piace pensare metaforicamente che sono un auto da corsa solo per abili piloti.

Antonella,  tu leggi esordienti? – Si, amo leggere e soprattutto le primizie del mondo letterario. Perché hanno il sapore del coraggio incosciente,  senza la malizia di sentirsi affermati. Gli esordienti per me sono il pensare di pancia, più che il sentire di mente, un po come la canzone di Ligabue che ha una frase a me cara ” un colpo al cerchio e un colpo all’anima “

Scriveresti un genere completamente opposto da quello che hai scritto?– Posso dirti che scrivendo mi capita spesso di avere più storie in mente, mi piace cambiare, per cui non escludo che potrei trattare contenuti diversi tra loro, ma con un comune denominatore: il sentimento.

Un libro che non leggeresti mai… cosa deve avere o cosa manca? – Non amo la superficialità,  nemmeno il contenuto spicciolo. Non amo impegnare del tempo su qualcosa che non può lasciarmi nulla. Finora forse sono stata fortunata,  perché ogni libro letto mi è piaciuto.

Blog letterari, ce ne sono tanti, sono seguiti secondo te? Cosa pensi di questi? – Penso che le persone sono in corsa, mille impegni e orologi che urlano il poco tempo per sé stessi a disposizione. Per cui i blog sono seguiti e bisogna stare attenti a come vengono usati,  l’attenzione del lettore la catturi  di solito nel primo minuto e con frasi iniziali di effetto. Per me sono utili,  io in primis  li seguo.

Quanto è difficile far conoscere i propri libri?– Tanto, perché appunto siamo nella dimensione del “veloce e subito “. Un libro richiede un tempo di lettura, la calma, la pazienza, ma soprattutto la voglia di entrare in quella storia. Giocoforza ha la copertina e il titolo, non dimentichiamo che siamo fatti tutti dal 90% di curiosità! 

La domanda che non ti abbiamo fatto e che ti aspettavi? falla e rispondi pure – l’idea di uomo nel tuo libro? In questo romanzo si parla di un tema femminile che attanaglia la nostra società,  ma non dobbiamo dimenticare che ha portato ombra sulla figura maschile uniformandola in uno stereotipo generalizzato che trovo sbagliato. Nel mio romanzo la protagonista è si distrutta dall’amore di un uomo “manipolatore”, ma è  anche tratta in salvo da un padre, un amico, colleghi maschi e un nuovo e paziente amore sconosciuto. In questo ultimo periodo alcuni uomini sono vittime quanto le donne, volevo sottolinearlo nel mio scrivere e spero arrivi al lettore.

antonella-foto-destCosa ti piacerebbe rimanga al lettore di questo libro? –  L’abbraccio interiore dell’accettazione per la propria natura, quel gesto semplice che facciamo troppo poco e ci vorrebbe più spesso. Abbracciare i problemi altrui abbattendo l’indifferenza,  abbracciare una guarigione interiore come fosse la propria, abbracciare se stessi sentendosi migliori per aver fatto del bene senza pretendere nulla.

Antonella scriverai ancora? – Si, veramente sto continuando con un secondo romanzo, quasi in dirittura d’arrivo al finale, ma ve ne parlerò in un futuro non molto lontano.

Quanto è importante la copertina per il tuo libro? – Tantissimo, per me è oggetto di orgoglio. Un cuore che pulsa, in versione disegno medico, come se fosse possibile trapiantarlo nel petto altrui in base al bisogno . Una cura e una possibilità di salvarsi sempre.

Il rapporto con la tua casa editrice com’è? – È per me una strada su un prato pieno di fiori in un giorno primaverile. Semplice, trasparente,  reale e concreto. Persone vere e umane, con una professionalità unica. Loro sono la spinta a un salto da un trampolino interiore, che chi come me scrive per la prima volta, non avrebbe mai avuto il coraggio di fare da sola.

Un grazie a chi? – A mio padre, non solo per il suo ruolo di genitore, ma come personal  trainer e motivatore dei miei anni di vita. Ai miei amici grazie ai quali ho deciso di credere nella mia attitudine a scrivere, loro sono i miei primi giudici !un-battito-copertina

 

Ti ringraziamo Antonella,    per essere stata   con noi, per averci dato la possibilità di parlare  di te!

– Sono io che ringrazio voi per il tempo dedicatomi.  

Ed ora non resta che leggere il suo libro, tra qualche giorno ci sarà la sua recensione.

Buona lettura, Alessandra

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