Tra le pagine di questo libro incontrerete Daniel, un riservato ragazzo italo-inglese in Italia per l’Erasmus, che cerca l’occasione di camminare da solo e si ritrova travolto da una passione fortissima; Claudia, la sua insegnante d’arte, una donna insoddisfatta e succube di una certa idea di moglie e di madre; e Anita, studentessa con il talento della musica, una voce prodigiosa e un triste segreto celato dietro il sottile paravento di due labbra imbronciate. È il desiderio la forza che manda all’aria questi destini, costringendo i protagonisti a uscire allo scoperto una volta per tutte. Per capire che non esiste difesa dal mondo, dalla luce e dal dolore che a ogni respiro ci trafiggono con la stessa vertiginosa ferocia. Con uno stile semplice e profondo, l’autrice scava nei pensieri, nelle azioni, negli umori e nei traumi nascosti dei suoi piccoli eroi quotidiani, dando voce alla loro voglia di combattere, di non arrendersi, di essere semplicemente se stessi. Perché, parafrasando la magnifica poesia che dà il titolo a questa storia, vivere è il solo modo per coprirsi di foglie.
LA NOSTRA RECENSIONE
Buongiorno lettori e lettrici! Spero con questa recensione di riuscire a farvi capire quanto mi sia piaciuto questo libro! Ho avuto l’occasione di prenderlo in mano 4-5 volte, ogni volta guardavo la copertina e pensavo “mi ricorda troppo La solitudine dei numeri primi”, poi leggevo la trama e non la capivo. Mi spiego: non capivo se parlava di un triangolo amoroso; secondo me c’era dell’altro ma non riuscivo a comprendere fino in fondo se potesse piacermi oppure no e l’ho sempre lasciato lì. Poi mi è stata data l’occasione e l’ho colta al volo (PER FORTUNA!). Partiamo dalle cose semplici: la copertina. Io solitamente non amo volti in primo piano ma devo dire che in questo caso mi sono sentita spiazzata. Amo tutto di questa immagine: il volto coperto per metà, le foglie sfuocate in primo piano, le lentiggini sul volto della ragazza, il colore dell’iride..sono immensamente affascinata, passerei ore a contemplarla come se fosse un quadro. Il titolo non l’ho mai capito se non questa mattina (ho terminato il libro ieri), stavo facendo tutt’altro e ho avuto un’illuminazione e se prima anche il titolo mi affascinava, nonostante la mia incomprensione, ora posso vederlo e capirlo in tutta la sua perfezione. Parliamo del racconto. Al di là della storia d’amore tra due protagonisti, quello che più mi ha lasciato il segno è stato proprio il processo di crescita di ognuno, non solo il grado di maturità raggiunto ma anche la comprensione di se stessi. Daniel, Anita e Claudia ormai non sapevano più chi erano; o meglio, credevano di saperlo ma poi si sono resi conto che quello che mostravano era solo la custodia, l’involucro, e quando hanno capito chi fossero in realtà, lì, in quell’istante c’è stata la trasformazione, l’evoluzione, da bruco a farfalla. Questo non significa che i 3 personaggi sono diventati perfetti, ognuno ha mantenuto le proprie fragilità, le proprie insicurezze, i propri difetti ma hanno imparato a convivere con essi, a comprenderli, a farli propri e questo ha fatto di loro la propria forza. Insomma ragazzi, consiglio questo libro a chiunque, ma soprattutto a chi sta cercando di ritrovare se stesso, a chi sta cercando di capire cosa vuole e di capirsi, a chi sta soffrendo per amore, a chi vuole ricominciare a vivere perché non siete alberi.
Per Destinazione Libri,
Erika