Oggi vi parlo di questo libro: L’orco di Rhemes.
Avete presente quando vi consigliano un buon libro e rimani soddisfatto ed incantato? E’ il caso di questo libro, di Renato Riva.
E’ stato un amico a parlarmene, lo aveva fatto qualche tempo fa, accennando solo alla storia, pochi giorni fa però torniamo a parlare di questo libro e mi inizia a raccontare le vicende dei protagonisti con un trasporto tale che non leggerlo diventava impossibile. Ero incuriosita dalla storia ma anche affascinata da come mi stava raccontando questo libro. Per un attimo ho pensato: -Sta a vedere che lo ha scritto lui sotto pseudonimo? La foto all’interno del libro del vero autore ha smontato quell’alito di dubbio che ho avuto.
LA SINOSSI
“Tutto era cominciato da una cartolina”. La cartolina illustrata raffigurava le montagne di Rhêmes e il ragazzino che la prese in mano se ne innamorò a prima vista. Il romanzo racconta la storia di questo amore: l’amore per le montagne che spinge un gruppo di ragazzi e in particolare due grandi amici a iniziare l’avventura di conquistare le cime alla ricerca di qualcosa di cui non sono pienamente consapevoli, spinti dall’esigenza di mettersi alla prova e vivere profondamente i valori dell’amicizia, della solidarietà, della vicinanza degli spiriti, del silenzio. Non è un romanzo pieno di aggettivi e belle parole che descrivono le montagne, qui la montagna è descritta nella sua crudezza fatta di freddo, di pareti difficili dove la bellezza può essere scoperta e compresa solo attraverso difficoltà e avventure. L’autore non racconta esperienze immaginate o mutate da altri, si sente che egli conosce intimamente tutti gli elementi della trama che ha costruito e ha nel suo bagaglio i pensieri, i dubbi ma anche gli slanci di tutti coloro che affrontano seriamente le montagne. La lotta per una conquista presuppone un vincitore. Il lettore farà forse fatica ad accettare l’epilogo e, istintivamente, nascerà la riflessione. Per chiudere il libro in pace con se stessi, occorrerà tentare di dare una risposta alle numerose domande che si imporranno.
LA NOSTRA RECENSIONE
“Chi può mai essere? Solo un pazzo può essersi spinto sin lassù, da solo. Un pazzo o un suicida. Non certo una persona normale. Forse un esaltato o un mitomane. O, forse, solo un alpinista innamorato della sua montagna, della sua parete.”
Quando ho iniziato a leggere L’orco di Rhemes, avevo il timore che fosse un libro troppo tecnico, di non riuscire a seguire la storia, non so nulla di montagna, di alpinismo e di tutto quello che c’è, però una cosa l’ho capita: la montagna è un mondo parallelo che va oltre ogni immaginario.
Bisogna rispettarla la montagna, non la devi sfidare, se la sfidi vince Lei… sono queste le parole che mi hanno detto poco prima che iniziassi a leggere.
Il risultato è stato che mi sono appassionata subito alle storie dei protagonisti.
Un libro che parla di montagna, ma non di montagna.
E’ stato facile immergersi nelle pagine. L’autore, Renato Riva scrive con trasporto e dedizione. Molto articolati e ben fatti i dialoghi, uno stile curato e preciso, ma di assoluto trasporto, non ci sono schemi rigidi, tutto è in armonia con la storia.
Il lettore vive in modo pieno e tondo le parti di maggior tensione, si emozione, il pizzico di ironia che l’autore riesce a inserire anche nelle parti più forti, fa in modo che il ritmo sia sempre incalzante. Non ci sono spigoli, non ci sono vuoti temporali e non ci sono frangenti non chiari. Non ho mai avuto un momento dove sentissi l’esigenza di accelerare la lettura, e non ho mai avuto la necessità di tornare indietro a rileggere qualche riga.
– Ma è espostissima alle pietre e al ghiaccio… disse Ruggy con una strana voce flebile, è suicida… e poi è ripida, altro che inclinata. -Beh, che sia rischiosa è fuori discussione. Siamo sull’orco, anzi nell’orco. Ma io ho un’idea. Potrei tentare di risalirla tutta, stando attaccato alla base della Roda, un po’ come siamo noi qui. Metto due corde fisse, circa ottanta metri
Le piccole imperfezioni, e qualche dettaglio sfuggito non danno fastidio, anzi, danno ancora più carattere a questo libro che a tratti sembra una prosa. Delicato il modo di esporsi, una buona padronanza della lingua ha permesso all’autore di giocare con diversi stili senza che il lettore venisse risucchiato in un vortice ancora più frenetico. Le parti tecniche e non sviluppate lo rendono un libro adatto a tutti, si seguono le vicende fino alla fine.
La copertina ha i toni del grigio, mi hanno spiegato che questa montagna si presenta così agli occhi, fa quasi paura, ma affascina… ed è la stessa percezione che si ha vedendo la copertina, affascinante. Perfetta la scelta della carta, non troppo sottile, non bianca, con quello spessore che ci porta alla struttura del romanzo.
Un libro che mi ha legata alle pagine da subito, mi ha permesso di conoscere anche se per poche ore, un mondo sconosciuto, mi ci sono immersa, ho riso, ho sperato, e sono stata con il fiato sospeso. Quando sono arrivata all’ultimo punto, nell’ultima pagina mi ha sono fermata un secondo in più, perché tutti abbiamo una stella lassù che si accende.
Ve lo consiglio, ditemi cosa ne pensate.
Buona lettura
Alessandra
Il libro potete trovarlo
https://www.libreriauniversitaria.it/orco-rhemes-riva-renato-chateau/libro/9788876371059