Se proprio devi odiarmi – William Shakespeare-

schekSe proprio devi odiarmi

Se proprio devi odiarmi
fallo ora,
ora che il mondo è intento
a contrastare ciò che faccio,
unisciti all’ostilità della fortuna,
piegami
non essere l’ultimo colpo
che arriva all’improvviso
Ah quando il mio cuore
avrà superato questa tristezza.
Non essere la retroguardia di un dolore ormai vinto
non far seguire ad una notte ventosa
un piovoso mattino
non far indugiare un rigetto già deciso.
Se vuoi lasciarmi
non lasciarmi per ultimo
quando altri dolori meschini
avran fatto il loro danno
ma vieni per primo
così che io assaggi fin dall’inizio
il peggio della forza del destino
e le altri dolenti note
che ora sembrano dolenti
smetteranno di esserlo
di fronte la tua perdita.”

Elevazione – Luigi Pirandello

pirandelloELEVAZIONE

Com ’aquile avvolgenti a un brullo monte

corone ampie con l ’ali poderose,

larve di gloria in torno a la mia fronte

si raccolgon superbe, e scudo a l ’onte

mi son dei fati avversi e de l’irose

passïoni terrene ed altre cose

le virtú richiamando, accorte e pronte.

Fermo l ’animo a loro, io vo seguendo

questo acuto desio che mi conduce

de la ragione a le piú alte cime.

E con molto pensier, sereno, ascendo,

che d ’esser nato la perfetta luce

mi consoli sul vertice sublime.

Tu m’hai sì piena di dolor la mente – Guido Cavalcanti

Ritorna oggi la nostra rubrica Destinazione estroversi, sempre più attiva, oggi vi proponiamo questa poesia, non troppo conosciuta dal pubblico letterario, ma a parere nostro molto bella e profonda. 

 

Tu m’hai sì piena di dolor la mente,

che l’anima si briga di partire,
e li sospir che manda ‘l core dolente
mostrano agli occhi che non può soffrire.

Amor, che lo tuo grande valor sente,
dice: “E’ mi duol che ti convien morire
per questa fiera donna, che niente
par che piatate di te voglia udire”.

I’ vo come colui ch’è fuor di vita,
che pare, a chi lo sguarda, ch’omo sia
fatto di rame o di pietra o di legno,

che si conduca sol per maestria
e porti ne lo core una ferita
che sia, com’egli è morto, aperto segno.

parafrasi  

Tu mi hai riempito la mente di tanto dolore, che l’anima si dà da fare per partire e i sospiri che emette il cuore dolente, rivelano alla vista che questo non può più sopportare oltre.

Amore che sente la tua grande forza dice: mi dispiace che tu debba morire per questa donna crudele che sembra non volere avere pietà di te (non voglia neppure sentire parlare di te).
Io vado come chi sia privo di vita e che, a guardarlo sembra che l’uomo sia fatto di rame o di pietra o di legno, che si muova solo per l’ingegno di chi lo ha costruito e porti nel cuore una ferita, che è il segno evidente che egli è morto.

 

Livello metrico
Il sonetto è costituito da due quartine a rime alternate (che seguono la forma più antica), e due terzine a tre rime, secondo lo schema ABAB-ABAB; CDE-DCE.

 

Buona lettura

Alessandra e Veronica

 

 

La nonna – Giovanni Pascoli-

  • pascoliLa nonna

  • Tra tutti quei riccioli al vento,
    tra tutti quei biondi corimbi,
    sembrava, quel capo d’argento,
    dicesse col tremito, bimbi,
    sì . . . piccoli, sì . . . 
    E i bimbi cercavano in festa,
    talora, con grido giulivo,
    le tremule mani e la testa
    che avevano solo di vivo
    quel povero sì. 
    Sì, solo; sì, sempre, dal canto
    del fuoco, dall’umile trono;
    sì, per ogni scoppio di pianto,
    per ogni preghiera: perdono,
    sì . . . voglio, sì . . . sì! 
    Sì, pure al lettino del bimbo
    malato . . . La Morte guardava,
    la Morte presente in un nimbo. . .
    La tremula testa dell’ava
    diceva sì! sì!
    Sì, sempre; sì, solo; le notti
    lunghissime, altissime! Nera
    moveva, ai lamenti interrotti,
    la Morte da un angolo. . . C’era
    quel tremulo sì, 
    quel sì, presso il letto . . . E sì, prese
    la nonna, la prese lasciandole
    vivere il bimbo. Si tese
    quel capo in un brivido blando,
    nell’ultimo sì.

Supplica a mia madre – Pasolini-

pasoliniE’ difficile dire con parole di figlio
ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio.

Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore,
ciò che è stato sempre, prima d’ogni altro amore.

Per questo devo dirti ciò ch’è orrendo conoscere:
è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia.

Sei insostituibile. Per questo è dannata
alla solitudine la vita che mi hai data.

E non voglio esser solo. Ho un’infinita fame
d’amore, dell’amore di corpi senza anima.

Perché l’anima è in te, sei tu, ma tu
sei mia madre e il tuo amore è la mia schiavitù:

ho passato l’infanzia schiavo di questo senso
alto, irrimediabile, di un impegno immenso.

Era l’unico modo per sentire la vita,
l’unica tinta, l’unica forma: ora è finita.

Sopravviviamo: ed è la confusione
di una vita rinata fuori dalla ragione.

Ti supplico, ah, ti supplico: non voler morire.
Sono qui, solo, con te, in un futuro aprile…

Pierpaolo Pasolini

“Io vidi li occhi dove Amor si mise”

guido cavalcanti “Io vidi li occhi dove Amor si mise”

Guido Cavalcanti..

 

Io vidi li occhi dove Amor si mise

quando mi fece di sé pauroso,

che mi guardar com’ io fosse noioso:

allora dico che ‘l cor si divise;

e se non fosse che la donna rise,

i’ parlerei di tal guisa doglioso,

ch’Amor medesmo ne farei cruccioso,

che fé lo immaginar che mi conquise.

Dal ciel si mosse un spirito, in quel punto

che quella donna mi degnò guardare,

e vennesi a posar nel mio pensero:

elli mi conta sì d’Amor lo vero,

che[d] ogni sua virtù veder mi pare

sì com’ io fosse nello suo cor giunto.

YASSIN

Una poesia che parla di Musica e parla di querra,  parla di bambini. Questo è il nostro modo di dire: BASTA ALLA GUERRA.

 

Grazie a Silvia Pattarini,

autrice di questa poesia che ancora una volta torna nella nostra rubrica.

guerraHa dodici anni Yassin e la musica nel cuore.

Non ha più braccia Yassin,

gliele ha strappate via una guerra atroce.

Una guerra insensata,

ingiusta, cruenta, che tutto distrugge,

tutto soffoca, tutto annienta.

Sono le donne, sono i bambini,

spesso a pagare, più degli assassini.

Ma Yassin è caparbio,

è tenace, ama la vita, odia la guerra,

vorrebbe che tornasse la pace su tutta la Terra.

Su un barcone fugge,

giunge in Italia Ricomincia da qui la sua vita,

la sua battaglia.

Piange Yassin,

non può più suonare,

il suo amato violino dovrà dimenticare.

Sconfiggi Yassin la tua guerra ,

con la musica del cuore,

che sussurra all’anima e melodiosa canta l’amore!

Non ha più braccia Yassin,

ma la sua musica freme dentro,

la sua grande passione

esplode con dolcezza e sentimento.

E Yassin torna a sperare,

un antico strumento

riprova a far suonare.

Ha ancora i piedi Yassin,

dolci note inizia a strimpellare,

tra le minuscole dita,

le corde dell’amato violino tornano a vibrare.

Piange Yassin,

ma ora è contento,

la sua passione lo ha salvato, dentro!

 

.Silvia Pattarini © LG. 633/1941

il mio angeloRitorna con noi SIMONA MAGGIORE, con questa sua poesia,  ha ottenuto il DIPLOMA D’ONORE al Concorso Internazionale di Poesia L’Angelo

IL MIO ANGELO

Angelo mio
Appari all’ improvviso,
in un giorno
qualunque,
tra mille volti
e tante voci,
capelli biondi
adornano
il suo viso candido,
cascate di riccioli
sfiorano esili spalle.

Divampa in me
l’ emozione,
parole non dette
accompagnano
il cuore in tumulto.

Mi abbandona
la ragione,
batte forte il cuore,
pare uscire
dal petto mio
per raggiungerti.
La tua dolcezza
ti tradisce,
angelo mio,
la tua grazia
ti distingue
ed io scopro
l’ amore.
Simona.

FARSI UOMINI di MICHELA ZANARELLA

FARSI UOMINI

Farsi uomini

quando il dolore toglie

il senso delle stagioni,

quando il tempo

vincola il peso

di essere umani

alla forma di un destino.

Se si crede ad un Dio

forse l’anima ha patria

in frequenze di luce,

dove il cielo

concede l’imperfezione

che rimane del mondo.

Una foglia che cade

diventa intimità della terra,

una vita che cede

solca un addio

verso flussi d’eterno

Michela Zanarella…. ho rubato poche frasi dal suo blog personale… qualche accenno per farvi conoscere questa ragazza con un dono innato… Scrivere Poesia!    Dice  di sè: Sono nata a Cittadella in provincia di Padova, il 01-07-1980.
Ho iniziato a scrivere poesie nel 2004. Riesco con grande soddisfazione ad ottenere  già da subito buoni risultati nel campo della poesia convalidati da premi nazionali ed internazionali. Le mie poesie sono pubblicate in numerose antologie a tiratura nazionale…

continueremo a parlare di lei… a conoscerla sempre meglio…

PABLO NERUDA

NERUDA

Ritorniamo finalmente con Destinazione Estroversi… con un POETA dalla grande cultura…un Poeta che fa ancora parlare di se…

 

Pablo Neruda, (Ricardo Eliezer Neftalí Reyes Basoalto(Parral12 luglio 1904 – Santiago del Cile23 settembre1973), è stato un poetadiplomatico e politico cileno, considerato una delle più importanti figure della letteratura latino americanacontemporanea.

Scelse lo pseudonimo di Pablo Neruda, in onore dello scrittore e poeta cecoslovacco Jan Neruda, e che in seguito gli fu riconosciuto anche a livello legale. È stato insignito nel 1971 del Premio Nobel per la letteratura.

Ha anche ricoperto per il proprio Paese incarichi di primo piano diplomatici e politici. Inoltre è conosciuto per la sua adesione al comunismo(per cui subì censure e persecuzioni politiche, dovendo anche espatriare), la sua candidatura a Presidente del Cile nel 1970, e il successivo sostegno al socialista Salvador Allende. Morì in un ospedale di Santiago poco dopo il golpe di Pinochet nel 1973, ufficialmente di tumore ma in circostanze ritenute dubbie[2], mentre stava per partire per un nuovo esilio.

Ricardo Eliezer Reyes Basoalto nacque a Parral, in Cile, il 12 luglio del 1904, figlio di José del Carmen Reyes Morales, un impiegato delle ferrovie, e di Rosa Neftalí Basoalto Opazo, un’insegnante, che morì di tubercolosi quando il piccolo Pablo non aveva che un mese di vita. Nel1906, all’età di due anni, il futuro poeta si trasferì col padre nella città di Temuco, dove ben presto il genitore convolò a nozze con Trinidad Candia Marverde (una donna che il giovane Pablo soleva chiamare “Mamadre” e a cui dedicò anche alcune sue poesie), già madre di un figlio di nove anni più vecchio, Rodolfo, con la quale il padre ebbe una figlia, Laurita. Il giovane Neruda, al quale il padre aggiunse all’anagrafe il nomeNeftalí, dal secondo nome della madre defunta (con cui, tra l’altro, veniva spesso chiamato dai familiari), dimostrò un interesse per la scrittura e la letteratura, avversato dal padre stesso ma incoraggiato dalla futura vincitrice del Premio Nobel Gabriela Mistral, che fu sua insegnante durante il periodo di formazione scolastica. Il suo primo lavoro ufficiale come scrittore fu l’articolo “Entusiasmo y perseverancia”, pubblicato ad appena 13 anni sul giornale locale “La Mañana” diretto dallo zio adottivo. Nel 1920 iniziò ad utilizzare per le sue pubblicazioni lo pseudonimo di Pablo Neruda, in omaggio a Jan Neruda, con cui è tutt’oggi pressoché esclusivamente conosciuto, in modo di poter scrivere poesie senza che il padre (il quale riteneva quest’arte un’attività poco “rispettabile”) lo scoprisse.

L’anno successivo, il 1921, si trasferì a Santiago per studiare la lingua francese e con l’intenzione iniziale di diventare in seguito insegnante, idea ben presto abbandonata per la poesia.

Nel 1923 pubblicò il suo primo volume in versi, Crepusculario, che fu apprezzato da scrittori come AloneRaúl Silva Castro e Pedro Prado, seguito, a distanza di un anno, daVeinte poemas de amor y una canción desesperada, una raccolta di poesie d’amore, di stile modernista, e di stile erotico, motivo che spinse alcuni a rifiutarlo. Con questa raccolta è stato riconosciuto e tuttora essa è una delle sue opere maggiormente apprezzate.

 

Il bacio

Ti manderò un bacio con il vento
e so che lo sentirai,
ti volterai senza vedermi ma io sarò li
Siamo fatti della stessa materia
di cui sono fatti i sogni
Vorrei essere una nuvola bianca
in un cielo infinito
per seguirti ovunque e amarti ogni istante
Se sei un sogno non svegliarmi
Vorrei vivere nel tuo respiro
Mentre ti guardo muoio per te
Il tuo sogno sarà di sognare me
Ti amo perché ti vedo riflessa
in tutto quello che c’è di bello
Dimmi dove sei stanotte
ancora nei miei sogni?
Ho sentito una carezza sul viso
arrivare fino al cuore
Vorrei arrivare fino al cielo
e con i raggi del sole scriverti ti amo
Vorrei che il vento soffiasse ogni giorno
tra i tuoi capelli,
per poter sentire anche da lontano
il tuo profumo!
Vorrei fare con te quello
che la primavera fa con i ciliegi.