Rita D’onghia, una ragazza universitaria, una delle diciannove finaliste di Sanremo Writers, con il suo libro arriva, una storia d’amore… di due ragazze! Il suo modo di denunciare un tema così forte ed importante. Una Storia d’amore che apre le prote a mille problemi della società che ci circonda. Rita, una ragazza con “l’orecchio teso” pronta ad ascoltare le esperienze degli altri per farne un libro, per parlare. Una voce dolce la sua, una grinta contagiosa. Conosciamola…
Rita, parlaci di te: Chissà perché, quando si tratta di parlare di me, non so mai cosa dire!
Mi chiamo Rita, ho venti anni e vivo a Palagianello, un piccolo paese in provincia di Taranto. Le mie più grandi passioni sono sempre state la lettura e la scrittura, fin da quando frequentavo la scuola elementare. Altri miei hobby sono il collezionismo, soprattutto di soldatini di tutte le guerre perché amo tantissimo la storia; ascoltare musica di tutti i tipi, anche mentre scrivo e passeggiare col mio amato cane.
Frequento il secondo anno di Scienze Politiche e Relazioni Internazionali presso l’ateneo di Macerata, spero tanto di laurearmi il più presto possibile così da poter ritornare a scrivere con più serenità.
Di cosa parlano i tuoi libri? Di realtà. Quando ho iniziato a scrivere, circa due anni fa all’età di diciotto anni, sognavo di diventare una giornalista. Oggi ho rinunciato per vari motivi a quella strada, ma è rimasto in me il desiderio di raccontare fatti di vita quotidiana, realtà sconosciute ai più, scomode o non accettate. Dar voce quindi a persone e a drammi che meritano di essere raccontati e di essere conosciuti. Forse perché in Italia penso che ci sia molta omertà a riguardo, o ignoranza, non ha importanza il termine con il quale vogliamo chiamare la “non conoscenza”, purtroppo è un dato di fatto e questa situazione porta molte persone a giudicare male qualcosa che nemmeno conosce.
Il mio primo e unico racconto pubblicato nell’antologia “Apollo racconta”, s’intitola “Non abbandonarmi”, parla di un cane abbandonato su un’autostrada in piena estate, salvato da un volontario che si trovava a passare di lì con suo figlio. Mentre il mio primo romanzo, “Credi in noi”, parla dell’amore di due ragazze, Lara e Simona. Due ragazze come tante, con i loro sogni in tasca e con tanta voglia di vivere e di amare come tutti. Purtroppo la società sarà molto dura con loro, in particolar modo con la protagonista, Lara. Lei dovrà affrontare un terribile scontro, la sua famiglia e anche ostacoli con la ragazza che tanto ama e per cui farebbe di tutto. La storia è ambientata in un piccolo paese del sud, facile quindi immaginare quanti e quali problemi cercheranno di ostacolare un amore che ancora oggi viene considerato “diverso” da quello eterosessuale.
Quanti ne hai scritti? Ho scritto molti racconti, non ricordo il numero preciso sinceramente, solo uno è stato proposto in un concorso e poi pubblicato, “Non abbandonarmi” di cui vi ho parlato nella domanda precedente.
Di libri ne ho iniziati tre, ma solo uno ho finito di scrivere ed è stato pubblicato, “Credi in noi”.
Da dove nasce l’idea di scrivere un libro? Per me nasce dall’idea di voler raccontare qualcosa di significativo, che riesca a colpire i lettori e a lasciare qualcosa dentro di loro quando avranno finito il mio libro. D’altronde gli argomenti che finora ho trattato sono molto delicati, non è stato facile raccontarli e spero nel mio piccolo di esserci riuscita. Molti scrittori scrivono prima di tutto per loro stessi, poi per i lettori. Ecco, nel mio caso, almeno fino adesso è stato l’opposto.
Qual è la fase più difficile nella stesura di un libro? Diciamo che non ci sono fasi particolarmente difficili, specialmente quando il romanzo è scritto quasi di getto, con poche pause di “riflessione” e non si ha il cosiddetto “blocco dello scrittore”. Ho avuto più difficoltà nelle varie fasi dell’editing, perché devi controllare ogni cosa, rileggere mille volte le stesse pagine per verificare che non ci siano errori o frasi che potrebbero essere migliorate. E’ una fase di costante dubbio, soprattutto se si è molto pignoli come la sottoscritta.
Il tuo editor chi è? Una persona davvero meravigliosa, Antonietta Meringola, editor della casa editrice Apollo edizioni. La considero una famiglia più che una casa editrice, per non parlare della serietà che non manca mai e del reciproco rispetto. Investono sui giovani autori, anche se in Italia è un grosso rischio, loro lo fanno e non per mero guadagno, ma perché davvero ci credono e non finirò mai di ringraziarli per aver creduto in me.
I tuoi libri: dove possiamo trovarli? Fisicamente al momento si trovano solo in poche città. Nella libreria Ubik di Cosenza, in una cartolibreria del mio paese (Palagianello) e a Roma in un’altra libreria di cui adesso non ricordo il nome.
E’ possibile ordinarlo in una qualsiasi libreria online come Amazon.it / IBS / libreria universitaria / mondadori / Feltrinelli eccetera. Si può prenotarlo anche nelle librerie locali del proprio paese o del circuito Feltrinelli, basta dare tutte le info del romanzo e indicare Libri diffusi come distributore, così sarà più facile rintracciarlo. Oppure, può essere acquistato direttamente dalla casa editrice tramite me senza pagare le spese di spedizione, basta recarsi sul mio sito online http://ritadonghia.weebly.com/ e scrivermi, o sulla pagina facebook del romanzo https://www.facebook.com/credi.in.noi .
Che lettori sei tu? Mi piace divorare i libri che mi colpiscono tantissimo, ma al tempo stesso non ho una lettura molto veloce, mi piace gustarmeli con calma. Leggo di tutto, dai classici alla letteratura contemporanea. Il mio genere preferito sono i romanzi storici, ma amo molto anche il noir, i fantasy, quelli di attualità, biografie e autobiografie. Non mi piacciono tanto i romanzi gialli o i thriller, ma se per questo neanche i film. Nonostante i miei gusti, però, mai dare per scontato un libro! Potrei decidere di leggere un romanzo giallo da un giorno all’altro solo perché ha una caratteristica che m’incuriosisce, quindi mai dire mai. Un libro per riuscire a interessarmi deve rispettare la cosiddetta regola delle tre A di Guido Cervo: Azione, Amore e Avventura. Se ci sono questi tre elementi è molto probabile che lo legga.
Libro scritto, parti riviste, poi la penna mette l’ultimo punto, che sensazione provi? La parte di editing è durata quasi un anno intero a causa di vari impegni, primo fra tutti la maturità, che mi hanno distolto molto dalla correzione e revisione del romanzo. Molto spesso mi sono trovata a dover rivedere tutto il libro per un semplice punto o delle virgolette, perché c’è sempre il terrore che qualcosa sia sfuggito e quando si legge e rilegge lo stesso romanzo tante volte, fino a impararlo a memoria, può succedere. Quando la parola “fine” è stata finalmente scritta anche a quest’ultima fase, semplicemente non ci potevo credere. Fino a quando non ho avuto il libro fra le mani, non mi capacitavo di aver finito e di aver pubblicato il mio primo romanzo, realizzando così il mio sogno nel cassetto.
Scrivi con la tastiera o carta e penna? Naturalmente con carta e penna, sono irrinunciabili per me. Il computer non si può portare ovunque, mentre carta e panna sì. Quando si scrive un romanzo o un racconto bisogna tener presente che l’ispirazione può venire ovunque tu ti trovi, qualunque cosa tu stia facendo, e non bisogna mai lasciarsela scappare. Poi davanti a un computer non riesco a concentrarmi a pieno, a dare sfogo alle mie idee, ai dialoghi, alla descrizione dei luoghi e così via. Uso la tastiera solo per riportare quello che ho già scritto su un foglio cartaceo, così posso dedicarmi anche ad eventuali modifiche che sul foglio di carta difficilmente possono essere fatte.
I tuoi prossimi impegni? Per quest’anno mi dedicherò sicuramente al mio romanzo, sperando di poter fare più presentazioni possibili e di far conoscere “Credi in noi” a molti lettori. Per quanto riguarda tutto il resto, al momento ho dovuto accantonare la scrittura per dedicarmi all’università, non appena questo periodo sarà finito di sicuro tornerò a scrivere. La lettura, invece, per quanto mi riguarda è impossibile metterla da parte, quindi quando non scrivo, leggo!
Il tuo rapporto con i social …I social li considero molto importanti e fondamentali. Solo attraverso la rete è possibile raggiungere tante persone nell’arco di poco tempo, e se in questo mondo virtuale si hanno delle difficoltà, quelle che si trovano nella realtà sono il doppio se non il triplo. Per questo ho creato una pagina facebook dedicata al mio romanzo, dove parlo ogni volta che posso con i fans che mi scrivono, cercano consigli, semplici sfoghi o mi mandano recensioni dopo aver letto il mio libro e che certamente provvedo subito a pubblicare. Cerco di farmi conoscere anche dai blog che scrivono recensioni sui romanzi anche di esordienti come me, così da poter spargere la voce perché per una giovane autrice come la sottoscritta, non è per niente facile farsi conoscere e far conoscere i suoi scritti, bisogna rimboccarsi le maniche e mai fermarsi.
Hai partecipato a qualche concorso? se si a quali? Nel 2011 ho partecipato al I Concorso letterario nazionale indetto dalla casa editrice Apollo edizioni, con il racconto “Non abbandonarmi”, pubblicato insieme alle altre opere vincitrici nell’antologia “Apollo Racconta”.
Nel 2014 ho partecipato al Concorso nazionale Casa Sanremo Writers con il mio primo romanzo, Credi in noi, entrato a far parte della rosa dei 19 finalisti, giudicati e premiati da una giuria popolare di circa 300 lettori. Il mio più grande orgoglio al momento, un traguardo che non credevo di raggiungere a essere sincera e che mi ha dato molta gioia e soddisfazione.
Rita….intervistata da Destinazione Libri…perchè questa scelta? Vi ho conosciuto tramite un’altra finalista del Concorso Sanremo Writers, Aurora Ballarin, che mi ha parlato molto bene di voi e della vostra disponibilità nei confronti degli autori che vengono, per così dire, a bussare alla vostra porta. Così ho deciso di contattarvi perché come ho scritto anche in precedenza, per un autore emergente è fondamentale fare di tutto per farsi conoscere, per arrivare alla gente, in qualunque modo e con qualunque mezzo.
La domanda che non ti abbiamo fatto e che ti aspettavi? falla e rispondi pureFinora ho fatto alcune interviste, dove mi sono state poste domande che proprio non mi aspettavo, dove l’argomento principale ero solo io e non i miei scritti, le motivazioni che mi portano a scrivere e quello che mi piace fare nella vita. Per cui non posso lamentarmi di questa intervista, anzi, mi è piaciuta molto. Vi ringrazio per le domande che mi avete posto.
Cosa ti aspetti da questo libro? Sinceramente? Non lo so, di certo sogno che un giorno diventi un film, venga tradotto almeno in un paio di lingue e mantenga un discreto successo. Ovviamente non sogno tutte queste cose per una questione di soldi, se il libro diventasse un film per me sarebbe unicamente un successo personale, perché molte più persone verrebbero a conoscenza di una storia ispirata a molte storie vere. Pubblicarlo in altre lingue significherebbe raggiungere più lettori nel mondo, far conoscere il mio messaggio a molte più persone. Questi sono i sogni che seguono quello di pubblicare un libro, il primo l’ho raggiunto, spero di riuscire in futuro a realizzare almeno in minima parte il resto.
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